Mais

Il mais è una pianta annuale, macroterma, ossia vive in climi caldi e temperati, ed è una pianta monoica cioè con un fiore maschile, il pennacchio, e uno femminile, uno spadice comunemente chiamato pannocchia.
Il mais è una pianta c4 ossia non ha limiti di insolazione per la fotosintesi come la maggior parte delle piante italiane, dovuto al fatto che durante la fotosintesi produce una sostanza a 4 atomi di carbonio, non fotolabile cioè che non si distrugge a contatto dei raggi solari.

LAVORAZIONI PRE-SEMINA

Le lavorazioni in pre-semina consistono nella preparazione del letto di semina per ospitare prima i semi e poi le piante di mais.
Le possibili soluzioni si dividono in base alla tipologia di terreno:
Se argillosi o di medio impasto si potrà effettuare:
  • Un'aratura di 30-35 cm (lavorazione principale)
  • Una ripuntatura di 40 cm e un'aratura di 20-25 cm
Se sabbiosi si potrà fare:
  • Una lavorazione superficiale di 10-15 cm con parziale interramento dei residui colturali
  • semina su sodo senza lavorazioni quindi con i residui colturali ancora sul terreno
Queste due ultime lavorazioni sono sconsigliate se precedentemente c'è stato un'infestazione da parte della piralide, perché le sue larve svernano proprio nei residui colturali e se non si trinciano e poi si interrano si avrà una grande infestazione di questo parassita con problemi al raccolto e maggior dispendio in pesticidi.

SEMINA

La semina si effettua nel periodo che va da aprile a maggio, ma può variare a causa di diversi fattori:
  • Stress e consumo idrico, per saltare il momento più critico per quanto riguarda la disponibilità idrica (luglio-agosto), la semina viene anticipata.
  • Danni dovuti a piralide e diabrotica, la semina si anticipa a marzo.
  • La classe FAO, ossia se la varietà coltivata è precoce può essere messa come coltura intercalare (maggio-giugno) in avvicendamento con erbai, o se più tardiva come coltura principale (marzo-aprile).
  • La tipologia del terreno, perché se il terreno è argilloso i tempi per la preparazione del terreno variano rispetto a un terreno sabbioso o di medio impasto.
  • La successione colturale è importante, infatti se al mais seguono cereali autunno-vernini si dovrà anticipare la semina o comunque usare una classe FAO precoce per preparare al meglio il letto di semina.
IL mais si semina a una profondità di 3-4 cm e con una distanza tra le file che varia da 45 a 75 cm in base all'epoca di semina, alla classe FAO e all'utilizzo ossia per granella o per foraggi. A partire da questo punto si calcola la densità di semina (piante/m²):

CICLO VEGETATIVO

  • germinazione: in questa fase c'è l'emergenza della pianta e finisce quando la piantina ha 5-6 foglie e non dipende più dal seme
  • radicamento e differenziazione fogliare: avviene la differenziazione radicale dove le radici primarie perdono di importanza e si generano quelle secondarie o avventizie originate dalla corona. Per quanto riguarda le foglie, vengono prodotte fino a 8-10 foglie e la pianta raggiunge l'altezza di 40-60 cm
  • levata: si ha una crescita molto veloce anche 5-7 cm al giorno, fino a raggiungere l'altezza massima che va da 1,5 m a 3 m d'altezza. Durante la levata c'è anche la differenziazione dell'inflorescenze anche se non lo si nota.
  • fioritura: la fioritura del pennacchio avviene qualche giorno prima dell'
    emissione delle sete dell'inflorescenza femminile, che si presentano come un ciuffo sull'apice dello spadice e servono per trasportare il polline
    all'ovario.
  • maturazione: ci sono 4 tipologie di maturazione: lattea dove il seme ha raggiunto la massima grandezza ma contiene un liquido lattiginoso, cerosa dove la cariosside ha perso umidità ma si può ancora scalfire con l'unghia, fisiologica (settembre-ottobre) dove cessa l'accumulo di sostanze nutritive ed è il momento della raccolta, maturazione di morte dove la pianta continua a perdere umidità fino a seccare completamente.

IRRIGAZIONE

Il fabbisogno idrico del mais è di 5000-6000 m³/ha, ossia 500-600 mm. In Italia con l'acqua apportata dalle piogge e l'acqua trattenuta nel terreno di solito si soddisfa circa il 50% del fabbisogno idrico totale, quindi dovremo andare noi ad aggiungere quell'acqua mancante. La pratica più diffusa è l'irrigazione a pioggia che consiste in una pompa posta nel campo o ai suoi margini dove diffonde l'acqua sulla colture, altre pratiche sono l'infiltrazione laterale dove, dopo aver effettuato una rincalzatura, l'acqua arriva alle radici senza che la pianta si bagni in superficie evitando così, malattie
fungine, un'altra pratica è sub-irrigazione capillare costituita da una serie di tubi forati posti sotto terra che continuano a rilasciare acqua. 

CONCIMAZIONE

Il mais è una pianta che si presta molto bene alla letamazione perché non si ha solo l'apporto di sostanze nutritive ma anche un miglioramento delle caratteristiche fisiche e biologiche del terreno. La letamazione si effettua prima o durante l'aratura con un quantitativo di 30-40 t/ha, si può anche accostare una dose di liquame di 20-30 t/ha durante la primavera.
Per le concimazioni a base di fosforo e potassio si guarda la dotazione del terreno, in Italia si effettua raramente la concimazione a base di potassio perché i terreni ne sono ben provvisti solitamente. In condizioni normali si aggiungono 70-90 kg/ha di fosforo (P₂O₅) e 60-80 kg/ha di potassio (K₂O).
Le concimazioni di azoto (200-250 kg/ha) si effettuano 1/3 alla semina (no concimi nitrati - NO₃- perché più lisciviabili) e il restante in copertura ad inizio levata (maggio-giugno). L'urea è il concime a base di azoto più utilizzato perché più idoneo ed economico rispetto agli altri.

PRINCIPALI AVVERSITA'

I parassiti e le malattie che attaccano il mais più frequentemente sono:
  • La diabrotica, un coleottero che mangia le sete dell'inflorescenza femminile prima che le
    cariossidi si formino e quindi porta una mancata allegagione portando gravi danni, invece le larve attaccano le radici della pianta causandone l'allettamento.
  • La piralide è un lepidottero che nella fase adulta è innocua, al contrario le larve sono molto dannose perché mangiano il culmo della "pannocchia" causando gravi danni al raccolto. Per contenerli si devono trinciare e sotterrare gli stocchi del mais dato che
    ci sono le larve a svernare, anticipare le semine e usare varietà resistenti (culmo duro); per la lotta chimica è consigliato usare la lotta integrata.
  • Il carbone è una malattia che presenta una massa tumorale prima biancastra poi violacea e nera sull'inflorescenze. La lotta si attua attraverso la rotazione delle colture, ibridi resistenti, la raccolta dei tumori e con la concia del seme con prodotti chimici.
  • Il marciume dello stocco causa un rammollimento del fusto e le piante possono piegarsi o spezzarsi alla base. Per contenere la malattia si evitano semine troppo fitte, eccessive concimazioni azotate e squilibri idrici.

RACCOLTA

La raccolta si fa nel periodo che intercorre tra ottobre e novembre 10-15 giorni dopo la maturazione fisiologica (cambia in base alla precocità della varietà coltivata).
La mietitrebbia con testata spannocchiatrice è più diffusa rispetto alla raccoglitrice-sgranatrice semovente che sono raccoglitrici specifiche del mais, per quanto riguarda l'uso in granella. Invece se il mais viene utilizzato come trinciato ad uso animale si utilizza la mietitrebbia.

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